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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

"Vendesi mamma"

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è l'ultimissimo libro entrato a far parte della nostra biblioteca. E' un libro scritto da Care Santos ed edito da Feltrinelli che parla di un bambino, Oscar, che è stanco della sua mamma, perché da quando è nato il suo fratellino (fagiolino), sembra non volergli piu' bene. Mi sembrava un regalo e un messaggio perfetto per il Capitano che ha piu' o meno la stessa età del protagonista e che, essendo il maggiore di tre fratelli, si sente sempre trascurato e poco coccolato. Oscar decide quindi di farsi aiutare da una sua amica per vendere la sua mamma all'asta su internet. Un libro che mette in luce le relazioni tra mamma e figli, la gelosia tra fratelli, ma anche il grande valore dell'amicizia, perché in questo percorso Oscar viene aiutato dalla sua grande amica Nora. I genitori non si scelgono, i figli non si scelgono, ma con il tempo si impara che "amare una persona vuol dire saper vedere quello che ha di speciale".    

Semini da far crescere

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Per la festa dei nonni quest'anno abbiamo pensato ad un regalo simbolico: sono dei vasi decorati dai bambini con all'interno terra, semini e guanti. Il messaggio che vogliamo far passare è " nonno semina, cura e fai crescere questi semini, così come hai fatto, stai facendo e farai con me!" Occorrente: - vasetto di latta o di terracotta con sottovaso - colori acrilici - Uniposcar o pennarello indelebile - semi di fiori o piantine a scelta - un sacchettino di terra - un paio di guanti da giardinaggio Il lavoro principale dei bambini è stato dar sfogo alla loro creatività e alla loro fantasia, colorando e decorando come meglio credevano il vasetto. Abbiamo preparato due vasetti: uno per i nonni materni e uno per i nonni paterni e tutti e tre i bambini hanno dato il loro contributo su entrambi i vasetti. Una volta decorati e fatti asciugare, li abbiamo riempiti con un sacchetto trasparente contenente della terra, una bustina di semini e un paio di guanti.

Sei diventata grande.

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Io che ti ho sempre voluto grande. Ho sperato che arrivasse presto il momento in cui ti saresti messa a camminare da sola, tu che hai voluto camminare con la mano fino ai tredici mesi e mettevi a dura prova la resistenza della mia schiena. Io che ho sempre sperato avidamente arrivasse presto quel giorno in cui ti saresti coricata da sola nel tuo letto e ti saresti addormentata senza costringermi a darti la mano e leggerti favole (a volte anche manuali di istruzioni perché il tempo è tiranno e spesso bisogna prendere due piccioni con una fava) finchè non ti fossi abbandonata nel sonno profondo. Io che tante volte ho sbuffato e mi sono arrabbiata quando al mattino per portarti all'asilo, anche all'ultimo anno, mi facevi perdere un sacco di tempo e arrivare tardi in ufficio. Tu che ti attaccavi alla gamba, volevi stare in spalla, piangevi e volevi che rimanessi con te. Quante volte ho desiderato quel giorno in cui te ne saresti entrata da sola a scuola senza piangere e s

Si avvicina il suono della campanella...

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..le vacanze estive sono finite. Si preparano zaini e astucci e si cerca di preparare la mente al rientro o al nuovo inizio. Le emozioni e i pensieri che si accavallano nella mente di genitori e bambini sono tanti e diversi. C'è il genitore che ha desiderato che questo giorno arrivasse da tempo per poter tornare ad avere un po' piu' di tempo per se stesso e c'è il genitore che invece avrebbe voluto rimandarlo ancora per un po' questo giorno, per potersi coccolare e godere il figlio. C'è il bambino che non vorrebbe mai tornare tra i banchi e i compiti e c'è il bambino smanioso di poter rincontrare i suoi compagni di classe. C'è il genitore che sa di aver pensato a tutti i possibili inconvenienti e super organizzato affronterà l'inizio della scuola e c'è invece il genitore che lascerà fare al caso e prenderà le cose così come verranno. C'è il bambino intimorito da un nuovo inizio, da una nuova scuola, da una nuova maestra e c&#

Senza figli...senza sentirsi in colpa

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Quest'anno io e papàorso festeggiamo i 10 anni di matrimonio e da tempo pensiamo di voler coronare questo traguardo (che non sarà un arrivo ovviamente, ma una tappa di un lungo cammino) con un paio di giorni solo per noi. Senza figli. Sì, avete capito bene, senza figli. Per tanto tempo ne abbiamo parlato tra di noi, per tanto tempo ne ho riflettuto con mè stessa: con quella parte di mamma-chioccia che sempre deve essere presente, con quella parte di donna-orgoglio che mai direbbe di aver bisogno di tempo per se stessa. Ci ho pensato e ripensato, non ci ho dormito di notte, ma sono giunta ad una conclusione: andremo via tre giorni da soli, ci concederemo una fuga romantica, perché ne abbiamo bisogno. Fino a qualche anno fa, fino a quando sentivo ancora molto attaccato il cordone ombelicale con i miei figli, ero la tipica mamma " i figli stanno con me e basta. Dove vado io vengono anche loro." Nel tempo pero' mi sono dovuta ricredere, perché in una famiglia n