Il nostro inizio
Lo sapevo: lui era pronto, io no. Lunedi è stato il primo giorno di scuola per il Capitano. E non un primo giorno qualsiasi, il primo giorno della prima elementare. Uno zaino ingombrante, piu' grosso di lui, l'aria serena, la gioia e la spensieratezza nel rivedere i suoi amici, la consapevolezza di essere "grande" quando è stato accompagnato in classe da un bimbo di quinta elementare, la tranquillità nel scegliersi un banco, la voglia di camminare da solo nel suo sguardo quando l'ho salutato. E io? Fino al cancello tutto tranquillo, lo guardavo, ammirata davvero, con la consapevolezza che da quel giorno qualcosa di inevitabile sarebbe cambiato, non tra di noi, ma in lui, che stava per compiere un grande cambiamento, che stava per intraprendere una nuova strada, verso la libertà e la vita...la sua. Quando è suonata la campanella, l'ho accompagnato nell'atrio e mi son sentita come un dolore nel cuore e non sono stata in grado di trattenere le lacrime....non mi sono mica fatta vedere pero'...eh! Ho scambiato due parole con le maestre, lo ammetto ho cercato di "tirar tardi", ma non ero l'unica. L'ho salutato, avrei voluto baciarlo, ma non volevo farlo sentire a disagio. Sono andata al lavoro e mi sono sommersa di carte per cercare di non pensarci. Verso le 11.00, lo ammetto, sono passata con l'auto davanti alla scuola, per sbirciarlo durante l'intervallo. L'ho intravisto, sempre sereno, giocare insieme agli altri bambini. Mi sono un po' rincuorata. E quando sono andata a prenderlo e l'ho visto uscire, scricciolo in mezzo a una folla di bambini, mi sono sentita sollevata. Era felice. Io gli ho chiesto, lui mi ha spiegato. Non è stato nulla di traumatico, solo un nuovo inizio. Speriamo continui così per lui e speriamo che con il passare dei giorni migliori anche al mio stato d'animo.
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