Smettiamola di dar sempre ragione ai bambini!

Sono stanca ormai di stare a guardare; sono stanca ormai di tacere.

Parto del presupposto che fare i genitori non è facile, soprattutto in una società come quella di oggi dove si è costretti a lavorare molto e andare sempre di fretta, tralasciando magari l'educazione dei figli; una società dove il progresso si muove sempre piu' velocemente verso tecnologie che a volte allontanano anziché avvicinare.

Parto dal presupposto che il genitore perfetto non esiste e mai esisterà
e che io soprattutto come essere un buon genitore proprio non lo so.

So pero' quello che vorrei insegnare ai miei figli: rispetto per se stessi e per gli altri, condivisione, responsabilità e autonomia e cerco di impostare il mio modo di fare con loro verso questo fine.

Ho abbastanza fiducia nei miei figli, ma so che non sono santi; che possono fare biricchinate, che possono dimenticare di fare i compiti, che possono, se messi alla prova, fare un torto ad un amico, che possono raccontare bugie per evitare punizioni.

Per questo quando accade qualcosa di particolare a scuola, a catechismo, a calcio, a danza e i miei figli vengono a raccontarmelo (difficile nel caso del Capitano, molto piu' semplice nel caso della Principessa) non do per oro colato tutto cio' che mi viene detto. Li ascolto, li interrogo, li metto nella situazione di raccontare, ci giro intorno e prendo il discorso da diverse angolazioni, per vedere se il risultato finale è sempre lo stesso.
Ad esempio il Capitano viene a casa e mi dice "il bambino X mi ha sputato addosso!". Ecco, non parto in quinta ad interrogare la maestra, a rimproverare il bambino in questione o a insultare la mamma di tale bambino; ma gli chiedo "e perché lo avrebbe fatto? Tu cosa hai fatto perché che questo bambino di sputasse addosso?". E lui mi dirà "niente". Ma io non mi accontentero' della sua prima risposta, gli faro' ripercorrere l'episodio, cercando di tirare fuori i dettagli, poi magari si arriverà sempre alla conclusione che il bambino X ha sputato solo per il gusto di farlo. Pensero' e ripensero' all'accaduto; spieghero' nuovamente a mio figlio che in ogni modo non deve reagire con le mani, ma piuttosto con le parole e magari facendo intervenire la maestra; gli ricordero' di venirmi a dire se dovesse ricapitare. Ma non ne faro' di certo una questione di stato. In genere preferisco tenermi a distanza, controllare sì, ma a distanza.
Questo è il modo con cui in genere agisco con i miei figli.

Sempre piu' spesso invece mi capita di avere a che fare o incontrare genitori fortemente  ostinati a difendere i loro figli contro tutto e tutti, sempre e comunque. Genitori che insultano altri genitori, genitori che si scagliano inferociti contro le maestre, sostenendo a priori le ragioni dei propri figli. Figli che, sapendo di poter contare sempre e in ogni caso sulla protezione di mamma e papà, se ne guarderanno bene dall'ammettere i propri errori.

Ai tempi di mio nonno gli alunni in classe ricevevano bastonate sulle dita nel caso in cui facessero confusione o mancassero di rispetto alla maestra. Per fortuna non è piu' così, ma ora siamo passati all'eccesso opposto.
E sì, che ricordo i tempi della mia scuola, dalle elementari alle superiori, e quelle poche volte che venivo a casa con un appunto o una nota sul diario, mai ricordo di aver visto i miei genitori essere andati a lamentarsi o a difendermi di fronte alla maestra. Ai miei tempi se avevi preso una nota era perché te la eri meritata. Punto e stop. E non è che i miei genitori per questo non mi amassero o non ascoltassero i miei bisogni; semplicemente era ancora molto alto il rispetto per l'adulto, per la maestra.

Ora assisto a genitori sempre in vena di polemiche; maestre che vengono criticate sempre e comunque; magari proprio quelle maestre "anziane" che svolgono quel ruolo da anni e anni e che fino a poco tempo fa han svolto il loro lavoro con passione e amore, ora diventano in un nano secondo incompetenti agli occhi dei genitori che si vedono "toccato" il loro figlio.
E perché non li fanno mai uscire; e perché gli danno troppi compiti, e perché a scuola non fanno niente, e perché come punizione di classe non possono piu' fare ginnastica, e perché danno note sul diario solo perché ci si è dimenticati di fare un compito, e perché non fanno lavoretti per le festività e perché invece ne fanno troppi tralasciando il programma didattico.....
Non va mai bene niente!

Mi chiedo come si sia arrivati a tutto questo, a quale cambio generazionale è cominciata questa rivoluzione; mi chiedo cosa sia successo per cui ci sentiamo sempre in diritto di criticare l'operato di una figura educativa, quale l'insegnante, che dovrebbe agire insieme a noi per la crescita dei nostri figli. Perché abbiamo questo forte interesse a mettere i nostri figli sempre su un piedistallo, a spianare loro la strada?

E mi chiedo come si puo' non accorgersi che, così facendo, cresceremo figli fragili e incapaci; perché noi putroppo non ci saremo per sempre, perché arriverà un giorno purtroppo in cui la vita gli sbatterà davanti un bel "no", un rifiuto e noi non ci saremo.
Cresceremo adolescenti incapaci di fare scelte, incapaci di dire loro stessi dei no.

Pensandoci immagino che si arrivati a questo proprio perché la nostra vita così frenetica ci fa venire dei gran sensi di colpa. Una volta le mamme erano a casa e si dedicavano in toto alla famiglia; ora anche le mamme sono costrette a lavorare, avendo sempre meno tempo per i figli. E' difficile dire no; contrariare il proprio figlio quando lo vediamo solo un paio di ore la sera. E' difficile dare ragione alla maestra che lo ha sgridato; è molto piu' semplice dirgli "non ti preoccupare tesoro hai ragione tu, adesso faccio scoppiare un bel polvere su Whatzapp (perché, parlianome, fare i genitori oggi per molti significa solo far parte della chat della classe di mio figlio) e vedrai che gliela facciamo pagare a quella maestra...". E' molto piu' semplice, certamente, ma controproducente se non deletereo.

E' necessario smetterla di dar sempre ragione ai bambini, facendo passare per la parte del torto sempre le maestre. E' necessario imparare a guardare le cose anche sotto altri punti di vista.
Questo accanimento verso le maestre e a favore dei bambini, non fa bene a nessuno. Non fa bene a noi genitori che li lasciamo nelle mani di persone di cui non ci fidiamo, non fa bene alle maestre che  sentendo tanta ostilità metteranno da parte la loro passione (e credetemi di maestre con le palle ce ne sono ancora!) e si sentiranno in prigione senza piu' la minima autonomia, non fa bene nemmeno e soprattutto ai nostri bambini che non impareranno mai il rispetto per gli altri e il rispetto per l'autorità.

E pensare che da piccola avrei tanto desiderato fare la maestra. Se avessi seguito quella strada adesso forse mi starei chiedendo "ma chi me lo ha fatto fare?"

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